Quanto si può prelevare in banca nel 2020: La guida

Fabio Beccari

Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio, in Italia sono sempre più stringenti le misure che limitano la circolazione del denaro contante. C’è chi si è adeguato ai pagamenti con carta di credito e chi ancora preferisce l’uso dei contanti. Ma attualmente quali limiti esistono al prelievo di contanti? In altri termini, quanto si può prelevare in banca nel 2020?

In questa guida vedremo quanto si può prelevare dalla propria banca, quali sono i limiti di tracciabilità e quali operazioni vengono considerate “sospette” e possono dar luogo a segnalazioni. Inoltre, illustreremo come risparmiare sui prelievi di contanti all’estero con Wise.

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Quanto contante si può prelevare in banca?

Ad oggi non ci sono leggi che impongono un limite al prelievo di contanti. Tuttavia, la libertà di effettuare prelievi bancari è condizionata da una serie di fattori:

  1. Limite all’uso del contante previsto dalla legge
  2. Obbligo di segnalazione all’UIF delle operazioni “sospette”
  3. Presunzione di evasione
  4. Limiti ai prelievi imposti dalle banche

Limite all’uso del contante previsto dalla legge

Il decreto fiscale 2020 ha ridotto il limite all’uso di contante possibile per legge. Oltre questo limite occorre utilizzare metodi “tracciabili”, come i pagamenti con carta di credito o i bonifici.

  • L’originario limite all’uso del contante di 5000 € è stato ridotto dapprima a 999,99 € dal Governo Monti e poi successivamente elevato a 3000 € dal Governo Renzi.
  • Dal 1° luglio 2020, il limite all’uso del contante è sceso a 2000 €, con una sanzione da 2000 € a 50.000 € in caso di violazioni.
  • E dal 1° gennaio 2022 la soglia scenderà a 1000 €, con una sanzione da 1000 € a 50.000 € in caso di violazioni.1,2

Pertanto, ecco gli attuali limiti di tracciabilità:

Limite uso contante (art. 18 Decreto legge 124/2019)Importo maxSanzione
Dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 20212000 €2000-50.000 €
Dal 1° gennaio 20221000 €1000-50.000 €

Il prelievo di contanti in sé, comunque, non è una trasgressione.

Per ricadere nel divieto in questione, l’uso del contante dovrà consistere in un trasferimento “tra soggetti diversi”. Cioè dovranno esserci due soggetti coinvolti: colui che versa il denaro e colui che lo riceve. Viceversa, né il prelievo né il versamento sul proprio conto corrente costituiscono una trasgressione; infatti come chiarito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, queste operazioni non rappresentano “trasferimenti tra soggetti diversi”.3,4

Obbligo di segnalazione all’UIF delle operazioni “sospette”

La normativa antiriciclaggio prevede l’obbligo delle banche di segnalare periodicamente all’UIF (Unità di informazione finanziaria) le operazioni “sospette”. Tra queste rientrano le operazioni bancarie pari o superiori a 10.000 € compiute da un correntista in veste di cliente o di esecutore — anche in modo frazionato, purché con pagamenti o prelievi superiori a 1000 €.5,6,7

Alla luce di questo, è consigliabile:

  • Effettuare prelievi entro i 1000 €
  • Utilizzare solo metodi tracciabili per compiere le transazioni dai 1000 € in su

Presunzione di evasione

L’Agenzia delle Entrate può applicare a carico delle aziende la c.d. “presunzione di evasione” nel caso di operazioni in contanti (inclusi i prelievi) superiori a:

  • 1000 € al giorno
  • 5000 € al mese8

Pertanto le aziende dovranno preferibilmente effettuare le transazioni con metodi tracciabili. Inoltre dovranno conservare scontrini e fatture per documentare le spese in contanti (di qualsiasi importo), in modo da poterli produrre se necessario.

Limiti ai prelievi imposti dalle banche

Per consentire l’operatività degli sportelli automatici, le banche impongono ai clienti un limite giornaliero ai prelievi; possono prevedere anche un limite mensile. Tali limiti sono consultabili nel Foglio informativo del conto corrente o della carta di pagamento.

Per prelevare somme di denaro superiori è necessario effettuare l’operazione allo sportello bancario. In presenza della richiesta di un prelievo ingente però, l’istituto di credito può imporre dei tempi di attesa e richiedere informazioni sull’impiego dei fondi.

Per maggiori informazioni consulta il nostro articolo: Limite Prelievo Contanti 2020: La guida

Prelievi e limiti di tracciabilità. Differenze tra privati e aziende.

Come abbiamo visto, le attuali misure volte a garantire la tracciabilità dei pagamenti sono piuttosto incisive. Anche se la legge non stabilisce un limite ai prelievi, la tua banca potrebbe richiederti informazioni su un prelievo che appare “anomalo”.

Per evitare inutili complicazioni possibilmente utilizza metodi tracciabili per effettuare i pagamenti consistenti: bonifici, pagamenti con carte o assegni. Così le tue transazioni saranno facilmente giustificabili, qualora dovesse servire.

Ora riepiloghiamo brevemente quali rischi si corrono effettuando molti prelievi in contanti:

  • Nel caso dei privati, la banca effettua la segnalazione al UIF in presenza di operazioni (anche frazionate) pari o superiori a 10.000 € mensili. Dopodiché partono i controlli volti a escludere illeciti come il riciclaggio di denaro.
  • Nel caso delle imprese, il superamento del limite di 1000 € per i prelievi giornalieri e 5000 € per i prelievi mensili può far scattare un accertamento fiscale. L’Agenzia delle Entrate può chiedere una prova certa dell’uso che si è fatto del denaro. E se alla somma prelevata non corrisponde un giustificativo di spesa, questa si presume utilizzata per investimenti e viene tassata. Tale “presunzione di evasione” è stata ritenuta illegittima in relazione ai compensi dei professionisti dalla Corte Costituzionale (sent. 228/14). Perciò i professionisti sono assimilabili ai privati ai fini dei controlli bancari, rischiando “solo” la segnalazione al UIF.

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Dati aggiornati al 18 agosto 2020

Fonti:

  1. Art. 49 Decreto legislativo 21 novembre 2007 n. 231, Attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio
  2. Art 18 Decreto legge 26 ottobre 2019 n. 124
  3. Ministero dell’Economia e delle Finanze, FAQ 0065 sulla prevenzione dei reati finanziari
  4. Ministero dell’Economia e delle Finanze, FAQ 0063 sulla prevenzione dei reati finanziari
  5. UIF, Comunicazioni oggettive
  6. Provvedimento UIF 28 marzo 2019, pg. 9-10
  7. Art. 35 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 23
  8. Art. 32 Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973 n. 600 modificato da: Decreto legge 22 ottobre 2016 n. 193 Art. 7 quater

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